Il camion, mille chiavi e tante borse. Una mattinata insieme all'operatore porta a porta - Il Tirreno Massa-Carrara

2021-11-29 11:17:55 By : Ms. Susan Chen

Massa, sono le 5.20 e Davide Lorenzetti è già in via dei Limoni. È ancora buio e c'è silenzio. Un saluto veloce ai colleghi, il cambio d'abito e subito sul camion. «Finché hai 20 anni, ok, ma a 50 la stanchezza comincia a farsi sentire». Il reportage

Sono le cinque e venti e Davide Lorenzetti è già in via dei Limoni. È ancora buio e c'è silenzio. Un saluto veloce ai colleghi, il cambio d'abito e subito sul camion. Regia: Casone. È giovedì e bisogna raccogliere il multimateriale leggero. Cancello dopo cancello, casa dopo casa, lungo le strade più grandi, nei vicoli che nemmeno sapevi esistessero. In estate, con turisti, scuole chiuse e biciclette in giro, ci vogliono almeno sette ore. Di questi tempi ne bastano cinque o sei, per così dire. Davide, 13 anni di Asmiu e la raccolta dei rifiuti sulle spalle, è l'altra faccia della medaglia. La città è spesso sporca, il porta a porta si è esteso in tutta Massa alla velocità della luce, gli anziani faticano, il passaggio è difficile e in molte zone si vedono cumuli di spazzatura. Anche centrale. In piazza Liberazione, in attesa dell'isola ecologica, i cassonetti lungo la strada spesso finiscono nascosti sotto le cataste di quello che a Massa, per tutti, è il lozzo. Ma - e non potrebbe essere altrimenti - c'è l'altra faccia della medaglia. Quello di chi raccoglie il nostro lozzo, con il massimo impegno, ogni mattina, da quando ancora dormiamo a quando usciamo per il pranzo. E c'è anche chi fa il suo lavoro nel pomeriggio, dalle 13:00 alle 19:30. Coordinato dall'amministratore, dai responsabili e dai responsabili dei servizi. Per anni Davide ha raggiunto i cassonetti per strada, li ha agganciati al camion e li ha svuotati, ora però fa un “nuovo lavoro: la raccolta porta a porta. Il Casone lo sa come le sue tasche. Ci aspetta in viale delle Pinete, poco dopo le 8, quando lavora da tre ore e il camion è già mezzo carico. Apre la portiera - a sinistra - del camion e ci fa accomodare in "casa sua". Lui è sulla destra, la guida è anglosassone, a garanzia dell'operatore che, in questo modo, scende sempre sul marciapiede. Non è facile: guida a destra quando lavori, a sinistra in qualsiasi altra occasione. Davide ci ha fatto "calli", meno quel continuo sali e scendi. Sì, perché il veicolo - nuovo e con un'ammortizzazione perfetta - è alto 30-35 centimetri. E lui, come su una scala di migliaia di gradini, sale e scende da quel camion centinaia di volte durante il turno. Li ha contati in poche occasioni: è arrivato a 600. Anche noi, con lui, proviamo ieri mattina a contarli, in un'ora e mezza arriviamo a cento e "basta che tu abbia 20 anni... ma a 50 anni la stanchezza comincia a farsi sentire”. È una buona giornata: il multimateriale viene raccolto. Pesa poco - la schiena non si stanca - e non puzza. Il vetro stanca di più e il biologico mette alla prova le narici. Il resto lo fanno una temperatura primaverile e un bel sole perché quando piove - Davide lo sa bene - è un'altra storia: "Vuoi metterti il ​​mantello, sei fradicio a fine turno". Lungo via delle Pinete Davide ferma decine di volte il mezzo: un tratto di cento metri e dieci fermate. E ogni sosta è un rito: metti la freccia, parcheggia a destra, aziona le quattro frecce, aziona la pressa che schiaccia i rifiuti nel cassone del camion, scendi, metti i guanti - "in cabina di pilotaggio, non non tenerli per l'igiene" - raggiungi i sacchi lasciati sul ciglio della strada, raccogli ciò che è finito a terra, torna su, disattiva la pressa, rimetti la freccia e vai. Quando va bene. Perché se è nel condominio che devi portare la spazzatura, allora devi prendere il mazzo di chiavi - roba che nemmeno di San Pietro - e cercare quella giusta. E nella lista delle cose da fare c'è anche ricordare qual è la chiave giusta per il cancello. Se piove sei fottuto. E se non sei nella zona assegnata che ormai conosci a memoria, ma sostituisci un collega assente in un'altra zona, allora le cose si complicano. Poi ci sono le stradine, le borse lasciate nei posti più impensabili, le auto che suonano perché - si sa - il camion della spazzatura, con il ticchettio del tempo e la fretta che ci fa sempre compagnia, non è un incontro gradito. Poi ci sono gli utenti che chiedono informazioni o segnalazioni. Davide ritira e il camion si riempie in fretta: "Prima che andassimo ogni volta al Cermec, ora l'azienda ha individuato delle aree di trasferimento dove i camion più piccoli riversano i rifiuti in un mezzo più grande". È quel veicolo che raggiunge Cermec, consentendo ai singoli operatori di risparmiare tempo ed evitare code infinite. Trenta operatori - spiega Michele Crudeli, responsabile dei servizi esterni - che ogni giorno gestiscono il porta a porta. Sono l'altra faccia della medaglia. Eppure Davide non si nasconde dietro un dito: "Vedo i problemi, ma lavoriamo tanto, presidiamo il territorio, segnaliamo eventuali criticità". Dai rifiuti mal conferiti alla discarica improvvisata. L'altra faccia della medaglia. L'altra parte della barricata, chi vede i problemi, ma anche il disinteresse dei cittadini che - dice un collega di Davide - non sono mai contenti: il cassonetto in strada è brutto, il porta a porta faticoso, i cassonetti puzzolenti condominiali . Perché - la sua sintesi è quasi un monito - tutti facciamo spazzatura, ma nessuno la vuole. Eppure c'è ed è la sfida più grande. Anche per l'amministrazione persiana. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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