Chi emette più CO2 nell'atmosfera? Satelliti e Intelligenza Artificiale ce lo raccontano ora in tempo reale | DDay.it

2021-11-29 11:39:59 By : Ms. Ella Zhang

Usa i satelliti per determinare quasi in tempo reale se le attività di abbattimento dei gas serra dei paesi hanno un effetto o meno. Questa è una svolta nelle misurazioni che la NASA ha definito una "pietra miliare" e che è stata indirettamente abilitata dai blocchi del 2020.

Durante il summit sul clima COP26, più di 40 Paesi hanno deciso di smettere di usare il carbone per produrre elettricità, riducendolo gradualmente entro il 2030 nelle economie più grandi ed entro il 2040 per quelle più povere. L'Italia ha firmato l'accordo, così come Polonia, Vietnam e Cile, che sono i principali utilizzatori di carbone, ma non Australia, India, Cina e Stati Uniti.

L'obiettivo è rimasto quello degli Accordi di Parigi del 2015, che mirano a mantenere l'aumento della temperatura media globale di 1,5°C entro la fine del secolo.

Per poter verificare il contenimento delle emissioni di gas serra, che contribuiscono ad aumentare la temperatura del pianeta, è quindi necessario disporre di strumenti di controllo già in essere che comprendano l'inventario delle fonti di emissione e rimozione, oltre che dei pozzi. assorbimento, ma che richiedono tempo per essere esaminati e riesaminati.

Proprio durante la COP26, Climate Trace, è stato presentato un progetto di Al Gore che utilizza l'intelligenza artificiale e l'apprendimento automatico per analizzare le immagini satellitari e i dati dei sensori per ottenere stime delle emissioni quasi in tempo reale e definite accurate. di CO2 per paese.

Guardando il sito, scopriamo ad esempio che nel 2020 l'Italia ha immesso in atmosfera 0,46 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente: una percentuale pari allo 0,90% delle emissioni globali totali che ci fa raggiungere il 22° posto in classifica.

Climate Trace sembra essere una soluzione più rapida rispetto agli esami precedenti, ma la NASA sembra avere qualcosa di ancora più veloce in mano e che può utilizzare i satelliti in modo più diretto.

Dal 2009, la NASA ha avviato una missione chiamata Orbiting Carbon Observatory che ha il compito di effettuare misurazioni precise, ma globali, dell'anidride carbonica atmosferica da un satellite in orbita attorno alla Terra. Dal 2014 il satellite OCO-2 si muove sopra le nostre teste, analizzando la colonna d'aria sottostante, e raccoglie dati sui cicli stagionali della CO2 su quasi tutto il pianeta.

I ricercatori della NASA si sono resi conto che inserendo le misurazioni satellitari di CO2 in un modello adattato alla superficie terrestre, sono stati in grado di rilevare piccole riduzioni della concentrazione di gas nell'atmosfera negli Stati Uniti e in altre aree che corrispondevano alle aree interessate dai blocchi che si sono verificati. inizio 2020.

Sono stati quindi in grado di trasformare i dati che sarebbero stati analizzati su scala globale, anche se raccolti localmente da ciascuna colonna d'aria esaminata da OCO-2, in calcoli più specifici e che in futuro potrebbero essere utilizzati per le emissioni in tempo reale analisi. di CO2.

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