Milan, il Ciclone Rijkaard: motore perfetto dell'invincibile macchina di Sacchi - Footballnews24.it

2022-07-23 11:20:37 By : Mr. Leon Zhao

Ripercorriamo la gloriosa carriera e le gesta di uno dei migliori giocatori della storia del calcio, uno per il quale Ariedo Braida ed Adriano Galliani fecero carte false pur di averlo al Milan, tanto da nascondere il contratto firmato nelle mutande; un calciatore capace di dominare gli esercizi all’avanguardia di Milanello, come la gabbia di Arrigo Sacchi, e di essere allo stesso tempo imprendibile, imbattibile, inarrivabile sui 400 metri; un essere mitologico più che un uomo, nome e cognome: Frank Rijkaard. Attraverso alcuni simbolici aneddoti ricordiamo ancora oggi perché l‘olandese è stato uno dei più talentuosi mediani della storia del Diavolo e della Serie A, che gli ha permesso di vincere ben quattro Champions League: una da allenatore del Barcellona nel 2005/06 e tre da giocatore, due consecutive con i rossoneri (1988/89 e 1989/90) e una con l’Ajax nel 1994/95.

Frank Rijkaard è diventato anche Campione d’Europa con l’Olanda nel 1988. Il suo strapotere fisico e tecnico allo stesso tempo, la sua duttilità tattica e il suo essere totale nel rettangolo di gioco, prendendo spunto dai diktat principi della propria cultura calcistica, lo hanno reso un motore perfetto che, se montato su una macchina vincente dal meccanico giusto, l’avrebbe resa imbattibile. E così è stato perché, nonostante sia stato l’ultimo del trio olandese ad arrivare al Milan, nel 1988, è stato il tassello mancante che, grazie alla visionaria mossa tattica di Arrigo Sacchi di spostarlo dal ruolo di difensore centrale a quello di mediano di centrocampo, ha reso il Diavolo una squadra che, come lui sui 400 metri, è passata alla storia come imprendibile, inarrivabile, imbattibile. Perché il Ciclone è così, non avverte quando arriva, il ciclone passa, prende e porta via; un po’ come ha fatto Frank passando per quei cinque, meravigliosi, indimenticabili anni a Milanello.

Franklin Edmundo Rijkaard nasce ad Amsterdam il 30 settembre 1962. Suo padre Herman, originario del Suriname, è stato anche lui un calciatore e, seguendo le sue orme, dopo un triennio nel DWS, squadra satellite della capitale olandese, il piccolo Frank entra nelle giovanili dell’Ajax nel 1979. L’allenatore dei lancieri Leo Beenhakker non aspetta molto prima di far debuttare il talentuoso ragazzo, che esordisce in prima squadra nel 1980, a soli 17 anni, segnando nel vittorioso 4-2 contro i Go Ahead Eagles. Nella sua prima stagione tra i grandi Rijkaard segna 4 reti in 24 presenze in Eredivisie, vinta per la prima volta nel 1982 e confermata l’anno successivo.

Frank Rijkaard nasce difensore centrale puro nell’Ajax: il suo possente fisico da 190 centimetri per 90 chili, tutto muscoli e potenza, lo avevano reso uno stopper perfetto, capace allo stesso tempo di abbinare progressione nella ripartenza ad un’elevatissima capacità tecnica, che gli permetta di organizzare il gioco partendo da dietro, come da buona scuola olandese basata sul calcio totale. Le caratteristiche fisiche e tecniche si perfezionano e, nel 1987, rendono Frank un “giocatore da Milan”, pronto al salto in una squadra che punta a vincere la Champions League, avendo vinto quella edizione della Coppa delle Coppe con i lancieri ma, nonostante il già noto interesse nei suoi confronti di Galliani e soprattutto Sacchi, si trasferisce allo Sporting Lisbona.

Nel frattempo, nell’estate del 1987, il Milan acquista Claudio Borghi dall’Argentinos Juniors ma, avendo già i due slot per il tesseramento degli stranieri occupati da Gullit e van Basten, decide di mandarlo in prestito al Como per sei mesi e poi farlo allenare a Milanello per il resto della stagione, al termine della quale gli slot per gli stranieri sarebbero aumentati a tre. Tuttavia, nonostante l’argentino fosse il pupillo di Silvio Berlusconi, Sacchi e Galliani fanno di tutto per prendere Rijkaard, che arrivò tardi per essere iscritto alle coppe europee dai portoghesi e viene quindi girato in prestito annuale al Real Saragozza. E ci riescono: Il Ciclone Rijkaard è pronto a fare la sua prima apparizione al centro di Carnago, il motore perfetto sta per essere montato, al posto giusto, sulla macchina perfetta per lui. E sta per renderla imbattibile, con buona pace di Claudio Borghi.

Arrigo Sacchi è stato l’artefice del Milan degli invincibili, quello del trio degli olandesi. Una squadra considerata tra le migliori della storia del calcio, capace di vincere e rivincere tutto applicando sul campo una metodologia di calcio innovativa per l’epoca che ha fatto scuola, basata sull’elevatissima intensità e la tattica. Un allenatore rende grandi i propri giocatori e viceversa. Infatti, il tecnico di Fusignano aveva già chiare le caratteristiche del talento di Amsterdam al momento del suo acquisto nel 1988 e, consapevole del fatto di avere tra le mani un motore praticamente perfetto per la sua macchina, decide di spostarlo al centro della vettura dove, secondo lui, poteva fare da raccordo tra Gullit e van Basten là davanti e il resto della squadra, ed essere sfruttato a pieno.

Frank Rijkaard si consacra nei rossoneri come uno dei migliori mediani della storia: l’intuizione geniale di Arrigo Sacchi di avanzare a centrocampo il talento olandese ha pienamente soddisfatto le aspettative, rendendo il Milan una squadra totale grazie all’incredibile filtro fatto a centrocampo da Frank Il Ciclone, un giocatore che in allenamento a Milanello diventa l’incubo dei compagni di squadra che devono affrontarlo nella gabbia e che stabilisce allo stesso tempo il record sui 400 metri. Una superiorità atletica talmente netta da sembrare imbarazzante, che viene riversata anche nelle prestazioni in campo del classe ’62, che si dimostra il tassello mancante per quel Diavolo, che con lui diventa una macchina imbattibile.

Il Diavolo vince subito la Champions League al primo anno in cui inserisce in rosa Frank Rijkaard, nella stagione 1988/89. Il nuovo, imprevedibile ruolo da mediano totale di quei rossoneri ha dato allo stesso tempo equilibrio tattico e intensità al ritmo di quella squadra. Sacchi ci aveva visto lungo, il Milan bissa il successo europeo nella stagione successiva, la 1989/90, sempre con il classe ’62 al timone, a dominare in mezzo al campo. I rossoneri proseguono il periodo d’oro con la vittoria di due Scudetti consecutivi nelle stagioni 1991/92 e 1992/93.

Altra dimostrazione pratica che quella squadra fosse composta da tanti campioni, capaci di esaltarsi a vicenda, e che fosse allenata da un tecnico che ne ha valorizzato al massimo le qualità, è la classifica del Pallone d’oro del 1988 e del 1989 dominata dai giocatori del Milan: Frank Rijkaard si classificò al terzo posto, van Basten vincitore e al secondo posto prima Gullit, a completare il trio olandese sul podio e, l’anno successivo, il capitano Franco Baresi. Nell’estate del 1993, Il Ciclone, dopo cinque anni a Milanello, se ne è andato per fare ritorno all’Ajax e tutti, dai compagni di squadra allo staff tecnico, passando soprattutto per i tifosi, sapevano benissimo che se non fosse passato sarebbe stato parecchio, ma parecchio peggio.

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