Liliana Resinovich: la nuova ipotesi del congelamento

2022-10-02 10:57:43 By : Ms. Cindy Kong

Il Quotidiano Online dell'Ateneo Niccolò Cusano di Roma

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Liliana Resinovich, il suo corpo potrebbe essere stato congelato Rimane il mistero sulla morte della 63enne trovata nel boschetto dell’ex Opp di Trieste lo scorso 5 gennaio. Nella nuova relazione degli esperti, alcuni indizi che avevano portato ad ipotizzare il suicidio, potrebbero adesso portare ad…Leggi tutto

Liliana Resinovich, il suo corpo potrebbe essere stato congelato

Rimane il mistero sulla morte della 63enne trovata nel boschetto dell’ex Opp di Trieste lo scorso 5 gennaio.

Nella nuova relazione degli esperti, alcuni indizi che avevano portato ad ipotizzare il suicidio, potrebbero adesso portare ad una possibile svolta.

Secondo i periti, Liliana Resinovich potrebbe essere stata congelata.

La possibilità del congelamento, sollevata nel documento che porta le firme del medico legale Fulvio Costantinides e del radiologo Fabio Cavalli, sarebbe legata ad un motivo preciso.

Pare, infatti, che, tra il giorno della sua scomparsa il 14 dicembre e il giorno del ritrovamento del cadavere, intercorra un buco di tre settimane.

Il corpo senza vita della donna, fu ritrovato solo nel pomeriggio del 5 gennaio, nella boscaglia dell’ex ospedale psichiatrico del quartiere di San Giovanni.

Dunque, secondo i due specialisti, Lilly potrebbe essere morta tra il 3 e il 4 gennaio, ovvero, “48 ore prima del ritrovamento.

Rimangono numerosi interrogativi su dove la donna possa essere stata nell’arco delle tre settimane precedenti alla sua morte.

Domande che appaiono ancora senza risposte concrete, ma sui quali i periti stanno lavorando per cercare di venire a capo di questo giallo senza fine.

L’indizio che ha portato i due medici ad ipotizzare il congelamento è un dato ben preciso e più volte ribadito nella relazione, ovvero, che il cadavere ritrovato nel parco, non era ancora in putrefazione.

A questo proposito viene precisato che:

“A una valutazione generale dei fenomeni post mortali osservabile mediante Tac si segnala come siano praticamente del tutto assenti i segni degenerativi negli organi e soprattutto l’assenza di gas putrefattivi”.

Inoltre, anche i vestiti indossati da Liliana, apparivano puliti e in ordine, così come anche i sacchi in cui era infilata quando è stata rinvenuta.

Proprio le condizioni in cui fu trovato il corpo, che, oltre ad essere ancora integro, era anche depilato e senza alcun segno di ricrescita, hanno indotto gli specialisti a ipotizzare che la salma della 63enne triestina possa essere stata occultata e congelata.

In conseguenza di ciò, come evidenziano gli specialisti, la morte della donna potrebbe essere avvenuta “in luogo ignoto e diverso, con cadavere conservato e poi teoricamente congelato”.

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Tuttavia, nella relazione, viene anche precisato che si tratta di un’ipotesi remota:

“Non vi sono, allo stato attuale, elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post mortale del cadavere». L’ipotesi resta quindi «remota”.

Piccole tracce e molti dubbi nel giallo sulla morte di Liliana Resinovich.

Il corpo è stato ritrovato senza alcun segno di violenza e proprio questo aveva indotto a formulare la tesi del suicidio.

Né l’autopsia né la Tac, infatti, hanno individuato fratture o lesioni sul corpo della donna.

Solo in seguito ad ispezioni più approfondite sulla salma, sono state scoperte alcune piccole tracce sul volto della donna, tra cui, la palpebra superiore destra “apparentemente tumefatta”, una lieve emorragia alla lingua e sangue sulla narice destra.

“Una volta scollati i tessuti molli si nota infiltrazione emorragica a livello di muscolo temporale sinistro e la presenza pure di alcune piccole petecchie emorragiche”.

Tuttavia, su alcuni di questi segni, non vi è alcuna spiegazione, se non quella che potrebbe trattarsi di effetti fisiologici post mortem.

Molti interrogativi, restano aperti, ma l’ipotesi più probabile, al momento, rimane quella del decesso per asfissia.

Secondo gli specialisti, Liliana si sarebbe soffocata da sola con i due sacchetti di nylon avvolti in testa.

Nella relazione, viene precisato che:

“Appare chiaro come bastino pochi atti respiratori per raggiungere una concentrazione di anidride carbonica tale da indurre perdita di conoscenza e risultare incompatibile con la vita in tempi brevi. Non è necessario che lo spazio confinato sia ermeticamente chiuso, essendo sufficiente il mancare di un adeguato ricambio d’aria”.

Alla luce di ciò, per il momento, continua ad essere portata avanti l’ipotesi che Lilly si sarebbe assopita e spenta per sempre.

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