Le ragazze delle Vallette, la squadra di basket che ha fatto sognare un intero quartiere - Corriere.it

2021-12-14 19:23:21 By : Ms. Sunshine Zheng

Nella dimenticata storia del Basket Don Orione, il miglior successo ottenuto “sulla sirena” è stato conquistato fuori dal campo. Don Bestetti, fondatore di quella squadra femminile che negli anni Settanta divenne un simbolo delle Vallette, nell'estate del 1976 si presentò con la sua auto sotto una delle torri del quartiere e gridò: "Forza Francesca, scendi". Fin dall'infanzia, la ragazza aveva fatto parte di quel gruppo quasi imbattibile nei campionati giovanili regionali. Alcuni dei suoi giocatori sono arrivati ​​in serie A. Nonostante le resistenze delle famiglie che Francesca purtroppo conosceva bene. Dopo il liceo, suo padre le aveva ordinato di andare a lavorare e di rinunciare allo sport. Ma il parroco non si arrese e, nell'ultimo giorno disponibile, portò Francesca ad iscriversi all'Isef di piazza Bernini. “Non preoccuparti, sto parlando con i tuoi genitori. Per pagare le tasse - ha detto - lavorerai in palestra». Oggi quella bambina è una signora in pensione. Ha insegnato educazione fisica nelle scuole. Non è mai stata una lavoratrice. Ha vinto la sua partita

Il basket femminile a Vallette arriva nel 1968, un anno dopo quello maschile, con Remo Mondino e Piero Consiglio, dirigente della Fiat Torino, campione del mondo nel 1980, prima squadra italiana a battere i sovietici. I due, in cerca di vendetta, hanno chiesto aiuto a don Bestetti, sacerdote lombardo inviato a prendersi cura dei giovani delle periferie, proponendosi di creare una squadra. “Don” Dunba” radunò una cinquantina di ragazze. Le cercò nelle aule dove insegnava e nei cortili. E mi suggerì di formarle». Nino Ferraro, 67 anni, è stato uno degli allenatori più importanti del movimento piemontese. , ma all'epoca era un adolescente con i capelli lunghi. Dopo mezzo secolo decise di ritrovare i protagonisti per raccontare, con un documentario, la loro storia e quelle di Vallette. "Eravamo in sei in casa. Siciliani, papà era un finanziere. La mia è stata la quinta famiglia a ricevere un alloggio di quartiere. C'erano tanti giovani, ma solo un bar e un oratorio». A sedici anni accettò di costruire una squadra dal nulla. L'esordio da dimenticare. Il sotto 14 di Don Orione perde 48 a zero contro il Woodoo di via Brione. Le ragazze faticano a rispettare le regole del basket, sono impetuose. Sono cresciute nei cortili delle case popolari, giocando con i ragazzi. Ma ardono di passione. E dopo appena un anno, il team di Oratory's Allieve conquista t a finali regionali battendo anche la Fiat più famosa. Ad Asti, supportati da un bus di tifosi, perdono con il Lucca.

Le lacrime non hanno fermato la crescita di quel "piccolo gruppo di ragazze di tutte le regioni, non tante con i centimetri, ma piene di determinazione", come descritto da un quotidiano dell'epoca. Coach Ferraro, che ha solo quattro anni in più, forgia il loro gioco. Diventano una nave da guerra. «Il nostro segreto - dice -? Ci siamo allenati con i ritmi dei maschi e pressato a tutto campo. Venivo dalla scuola di Bruno Boero di Auxilium».

S otto canestro, le ragazze di Vallette si divertono. Ma non solo. Rinegoziano il loro ruolo all'interno di quelle famiglie sulla base di un modello tradizionale che le voleva sposate e madri. Lasciano il quartiere, finiscono gli studi, come Rosalba Camedda, ora professoressa di filosofia al liceo. Conquistano una libertà inaspettata. Angela Policaro, fondatrice di Vallette Dynamica Basket, racconta: «Improvvisamente con lo sport potremmo uscire di casa. Abbandonare il ghetto della famiglia. A differenza delle mie sorelle, sono andata a viaggiare in tutta Italia». Il più eroico è quello di Malta. I biglietti aerei li trova Don Bestetti. Il prete non si scoraggia mai. Nel seminterrato della chiesa allestisce la palestra. E trovare sponsor. Le maglie si tingono di giallo con l'accordo con il Grissinificio Costa Azzurra. L'oratorio è pieno di adolescenti. "Le altre squadre avevano palestre e spogliatoi più belli, ma alla fine vincevamo sempre noi", aggiunge Policaro. Nei giochi di cartello, le "bambine" attirano molti fan. Diventano il simbolo di questo sobborgo operaio, dove i bambini, dopo la scuola, lavoravano negli appartamenti. “Per guadagnare un po' di soldi, le penne di plastica ei fiori sono stati assemblati. L'ho fatto anche io", racconta Ferraro.

Non è facile conquistare la propria libertà in famiglia. Alcuni genitori sono più duri. Uno dei giocatori si sposa giovane e lascia il gruppo. Finisce nel tunnel delle dipendenze. L'eroina la uccide. È la pagina più triste. È diverso per la maggior parte dei giocatori. Grazie allo sport e alla forza di volontà hanno la possibilità di costruire un futuro diverso. Emanciparsi. Alcuni arrivano in serie A. Antonia Cesareo, fondatrice di un club giovanile a Modena, e Margherita Ferrero, presidente di una squadra di Settimo, gravitavano attorno al roster del celebre Fiat Teksid campione d'Europa. Negli anni successivi il club don Orione cambia allenatori e dirigenti. È gemellata con Accorsi per giocare il A2. Ma dopo l'addio di don Bestetti, qualcosa si rompe. E nell'82 scompare.

Oggi i ricordi restano. I più emozionanti sono legati al «Torneo di Vallette». Otto edizioni nei primi anni Settanta. Sotto la chiesa competono squadre amatoriali maschili e femminili. Tutti possono iscrivere campioni di serie A. In piazza Montale, agli americani piace la mitica parata di Willy Kirkland. With Biagio Fioretti, Aldo Cervino, Maurizio Benatti, Alessandro Franzin, Federico Danna, Gianni Asti. In quelle estati, Le Vallette sono l'epicentro del basket cittadino. Una passione che coinvolge anche gli insospettabili. Quando Ernico Beretta, poi asso della Virtus Bologna, ruba la Mini, i ragazzi del quartiere si mobilitano e, dopo aver catturato i ladri di altre zone, gliela riportano. Meglio solo a Meo Sacchetti, oggi allenatore della Nazionale. Al torneo conosce Olimpia Di Rienzo, giocatrice del Don Orione anche se nata altrove. Diventerà sua moglie.