Camionista 59enne morto a Leffe, i sindacati: "Siamo stanchi e arrabbiati, ora azione concreta" - BergamoNews

2021-12-14 19:28:00 By : Mr. Yichen Huang

L'operaio ha riportato un gravissimo trauma da schiacciamento alla testa e al torace ed è deceduto nonostante i tentativi di rianimazione effettuati dal personale sanitario del 118 che è intervenuto sul posto con un'ambulanza e un'auto medica.

La mattina di venerdì 4 giugno, intorno alle 7.30, si è verificato un incidente mortale sul lavoro a Leffe, presso Plastic Leffe. L'azienda produce sacchetti di plastica, imballaggi in plastica, film plastici, granuli di plastica per estrusione.

Un operaio di 59 anni, Bruno Bardi, residente a Carbonera in provincia di Treviso, autista della ditta esterna Codognotto Italia Spa di Salgareda, si trovava in piazza Plastic Leffe per scaricare imballaggi in plastica riciclata. Mentre l'operaio si accingeva a scaricare il materiale dal suo camion, dopo aver aperto il portellone e sganciate le cinghie che trattengono il carico, due grossi pacchi di plastica del peso di circa 5 quintali ciascuno sono caduti dal pavimento schiacciandolo. L'operaio ha riportato un gravissimo trauma da schiacciamento alla testa e al torace ed è deceduto nonostante i tentativi di rianimazione effettuati dal personale sanitario del 118 che è intervenuto sul posto con un'ambulanza e un'auto medica. Sul posto sono intervenuti anche i Carabinieri di Clusone e il personale tecnico dell'Ufficio Prevenzione e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro dell'Ats, sede di Bergamo Est, per indagare sulla dinamica. Sono intervenuti anche i Vigili del fuoco per vigilare sullo scarico in sicurezza del camion, effettuato dal personale di Plastic Leffe.

“Non essendoci testimoni diretti dell'evento, la ricostruzione è difficile, e vanno comprese le cause specifiche e precise che hanno determinato la caduta del carico - dichiara Sergio Piazzolla, Responsabile dell'Area Salute e Sicurezza sul Lavoro -. In generale si può affermare che le aziende devono prevedere precise procedure operative che devono poi essere ben conosciute e seguite dagli operatori per il carico, lo scarico, lo stivaggio e l'ancoraggio su autocarri di merci voluminose e pesanti. Il materiale deve essere ben fissato durante il trasporto su strada per poi essere movimentato in sicurezza da operatori che devono essere appositamente formati e formati per queste operazioni delicate e molto rischiose. Purtroppo queste lesioni gravissime che comportano lo schiacciamento da parte di carichi pesanti sono ancora frequenti e attuali”.

Cgil, Cisl e Uil Bergamo: “Siamo stanchi e arrabbiati, azioni concrete adesso” “La forte ripresa produttiva che sta avvenendo, soprattutto nel manifatturiero, in provincia di Bergamo non si paga con il sangue dei lavoratori. Da inizio anno le vittime nella nostra provincia sono 6. Un numero inaccettabile, visto che anche un morto sarebbe di troppo in questa macabra contabilità - lo afferma in una nota congiunta le segreterie di CGIL, CISL e UIL di bergamasco -. Il nostro impegno nel campo della sicurezza sul lavoro non si è mai fermato: l'anno scorso abbiamo denunciato la mancanza di dispositivi di protezione per infermieri e medici, quest'anno abbiamo organizzato aiuti (due a Bergamo solo nel mese di maggio) e manifestazioni per chiedere aiuto formazione, tempi di lavoro umano, controlli e rispetto delle regole. I nostri delegati e i nostri responsabili della sicurezza vigilano quotidianamente su stabilimenti e cantieri, sollecitando interventi e controlli. I nostri comunicati di cordoglio alle famiglie delle vittime non si contano più. Siamo stanchi, e sono stanchi gli operai che escono di casa la mattina senza essere sicuri di tornare la sera. La crisi dello scorso anno e la ripresa economica appena iniziata non possono essere una scusa per ignorare le norme sulla sicurezza o per chiedere ai dipendenti di adottare ritmi frenetici che mettono a rischio la loro sicurezza e salute. Lo abbiamo visto in molti casi, anche a livello nazionale: dispositivi di sicurezza su macchine e impianti che vengono disattivati ​​e manomessi perché rallentano la produzione. Anche a Bergamo abbiamo assistito a casi di questo tipo, che non temiamo di definire criminali. Siamo stanchi e siamo arrabbiati. Siamo stanchi di sentire gli unici che alzano la voce su questo tema in un silenzio assordante. Siamo stanchi di leggere i necrologi dei lavoratori, e vedere che invece di interventi straordinari per aumentare la sicurezza e i controlli in quella che è una vera emergenza sociale, vediamo che preferiamo derogare alle norme sugli appalti in nome di uno sviluppo a qualsiasi prezzo.

Fit Cisl Lombardia: “Siamo sgomenti, ennesima tragedia sul lavoro” “Ancora tragedia sul lavoro, siamo sgomenti. Morire così, mentre si lavora, essere travolto e schiacciato da una balla di polietilene del peso di 5 quintali. È semplicemente inconcepibile”. Così il segretario generale di Fit Cisl Lombardia, Giovanni Abimelech, commenta la notizia dell'incidente mortale avvenuto questa mattina a un camionista di 59 anni, a Leffe in provincia di Bergamo. “Ora la lista dei decessi sul lavoro si allunga sempre di più. Ben ha fatto il presidente della Repubblica per sottolineare questo dramma. L'intera struttura Fit Cisl piange la morte dell'operaio e si aggrappa al lutto dei suoi cari”.

Calderoli: “Non ci sono parole, solo lacrime e preghiere” “Anche oggi il territorio bergamasco piange un'altra vittima sul lavoro - ha dichiarato il senatore Roberto Calderoli, vicepresidente del Senato -. Dopo il tragico incidente stradale mortale di ieri in autostrada a Piacenza in cui hanno perso la vita cinque lavoratori delle province di Bergamo e Brescia, oggi un camionista di 59 anni è travolto e schiacciato a Leffe. Non ci sono più parole. Solo preghiere e lacrime per un'altra vita spezzata, per l'ennesimo lutto che colpisce il bergamasco che sta pagando un bilancio umano inaccettabile per gli infortuni sul lavoro. Mi rivolgo ancora una volta al ministro del Lavoro, senza alcuna polemica: serve di più nei controlli, nella formazione, nelle misure di prevenzione e protezione”.

Grazie a Treviso Today per la foto della vittima Bruno Bardi.

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